mercoledì 7 dicembre 2011

There is a light that never goes out

No, non c'entra la canzone degli Smiths, che pure mi piace tanto.
Giornate pesanti in questa fine 2011. Tempo di resoconti da archiviare soppesando con attenzione attimi di felicità contaminati da qualche scheggia di rimpianto, mentre si guarda avanti oltre la nebbia, cercando di mantenere la testa alta nonostante il peso del macigno che portiamo sulle spalle.
Ma in un attimo può cambiare tutto.
Spesso ti accorgi che basta un poco di luce per dare forma e colore al casino che ti sta intorno. Solo allora, finalmente, puoi iniziare a mettere in ordine.

Giorni fa ho visto un film veramente bello di Tony Gatlif (regista e compositore francese, nato ad Algeri da madre e padre gitani): "Vengo - Demone flamenco". Non ve lo sto a raccontare, dico solo che c'è musica, tanta, c'è lo spirito del flamenco, ci sono il baile, la diversità, la passione, la sangre, e... l'Egitto. Davvero, non è la mia solita fissa!


Guardando "Vengo" infatti ho riscoperto lo Sheikh Ahmad al-Tuni, cantore sufi dell'alto Egitto, per la precisione di Hawatka, vicino Assiut. Classe 1932, è considerato il più grande munshid egiziano (sultàn al munshidìn - inshàd è il canto religioso di ispirazione sufi).
Apro e chiudo parentesi, per chi si immagina un Egitto dove l'islam dei 'barbuti' è predominante: non è così, tra le altre cose c'è anche una vasta, significativa e affascinante tradizione sufi.
Provate ad ascoltarne un po'. Per me è come un raggio di luce.

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