mercoledì 30 novembre 2011

Miskina, o Appunti da un Deserto / definitely the wrong one

E insomma capita che mi ritrovo qui a Las Vegas, Nevada, per lavoro.
Non vedo l'ora di lasciare questa sorta di luna park gigante, non riesco proprio ad ambientarmi.
La temperatura esterna supera i 20 gradi ma io non ho modo né tempo di uscire da questo mega-hotel con l'aria condizionata al massimo, senza neanche una finestra, il sole è un ricordo vago che mi abbandona mentre attraverso corridoi interminabili illuminati da luce artificiale, con moquette in ogni dove (che senso ha mettere in giro i cartelli con scritto "attenzione: pavimento bagnato" sulla moquette? qualcuno me lo spiega? mica si scivola...), fiocchi di neve finti che piovono dal cielo finto con le nuvole finte, gente che passa ore davanti alle slot machines mentre è inconsapevolmente costretta a sorbirsi ore di Gigi d'Alessio, filodiffuso ovunque. Giuro: ho provato a fuggire in bagno ma niente, si sente anche lì. Spero di partire prima che si passi al greatest hits della Pausini.
Pensandoci inizio a capire quella ragazza americana che ha convissuto per un breve periodo con me, Elsa, Mauro e Heidi nel meraviglioso appartamento a Mansheya, Alexandria (EG). Noi altri eravamo in estasi, lei in un perpetuo stato di pessimismo e fastidio, tanto che dopo un paio di settimane è fuggita di nascosto, ha preso il primo volo per tornare alla 'civiltà' (talmente 'civile', lei, che appunto è fuggita di nascosto senza nemmeno pagare). Odiava tutto dell'Egitto: il cibo, la gente, i colori, i profumi, l'adhan che ti sveglia alle 4 del mattino per la salat al fagr. Odiava tutto ciò che io amo insomma.
Ho pensato per anni che fosse semplicemente una str***a, ma evidentemente non è così. Scusami Lisa (questo il suo nome).
Non è colpa sua, povera. Si tratta di qualcosa di molto più complesso, radicato in una profonda differenza culturale.
Inizio a capire il concetto di Scontro di civiltà. Mi sento assolutamente incompatibile con l'americano medio, che mi sta passando di fianco in infradito e bermuda, mentre io soffro in silenzio stretta nel mio cappotto e prego perché la mia cervicale non giochi brutti scherzi durante le 10 ore di volo che mi aspettano a breve. Aria condizionata maledetta.
Sono sicura che se uscissi a fare un giro lungo il Sahara Boulevard arriverei davanti a una piramide a forma di hotel, o un hotel a forma di piramide, con casinò popolato da cameriere bellydancers e cleopatra-spogliarelliste, ma anche no. Mi è bastata la ricostruzione di Venezia che ho potuto 'apprezzare' qui al Venetian Hotel.
Bé, dicevo, sono qui per lavoro. Ho partecipato all'edizione 2011 dell'evento che si chiama Autodesk University. Vi propongo un ascolto collegato in qualche modo con una università: Aziz Sahmaoui & University of Gnawa, il brano si chiama Miskina.
Spero vi piaccia, a me piace molto. Lo ascolto ora nella speranza di riuscire a scaldarmi.


3 commenti:

marghe ha detto...

di tutto cio' la cosa che mi sconvolge di più è... Gigi d'Alessio!
Huntington pero' lascialo in libreria (o in garage, come nel mio caso)

cooksappe ha detto...

gia'!

meg ha detto...

immaginate il trauma nell'attimo della consapevolezza... ma...sembra...sìsì...è proprio lui...giggi.
puah!
huntington? a3udu billahi!! ;)

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